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16 Ott 2024
News Terrin

Antigua e Barbuda fuori dalla black list UE

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Il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente aggiornato la lista dei Paesi non cooperativi ai fini fiscali, rimuovendo Antigua e Barbuda dalla cosiddetta “black list”. Questa decisione è stata presa durante la seduta dell’8 ottobre 2024, in cui è stata approvata la revisione periodica della lista, che ora è composta da 11 Paesi: Anguilla, Isole Fiji, Guam, Isole Vergini statunitensi, Palau, Panama, Russia, Samoa, Samoa americane, Trinidad e Tobago e Vanuatu.

Motivazioni della rimozione

Nell’ottobre 2023, Antigua e Barbuda erano state inserite nella lista UE delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali (istituita nel dicembre 2017) dopo una valutazione negativa da parte del Forum Globale dell’OCSE per quanto riguarda lo scambio di informazioni su richiesta. Tuttavia, grazie alle recenti modifiche apportate alle norme applicabili in Antigua e Barbuda, il Forum Globale ha concesso loro un riesame supplementare, che sarà effettuato nel prossimo futuro. In attesa dell’esito di tale riesame, Antigua e Barbuda sono state incluse nella pertinente sezione dell’allegato II. Le giurisdizioni sono valutate in base a un insieme di criteri stabiliti dal Consiglio, in materia di trasparenza fiscale, tassazione equa ed implementazione di standard Ocse. Dal 2020, il Consiglio aggiorna la lista due volte all’anno.

Documento sullo stato di avanzamento (allegato II)

Oltre alla lista delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali, il Consiglio ha approvato il consueto documento sullo stato di avanzamento (allegato II), che riflette la cooperazione in corso dell’UE con i suoi partner internazionali e gli impegni di tali Paesi a riformare la loro legislazione per conformarsi alle norme concordate in materia di buona governance fiscale. Il suo obiettivo è quello di riconoscere il lavoro costruttivo in corso nel settore fiscale ed incoraggiare l’approccio positivo adottato dalle giurisdizioni cooperative in vista dell’applicazione dei principi della buona governance fiscale.

Due giurisdizioni, Armenia e Malaysia, hanno rispettato i loro impegni modificando un regime fiscale dannoso e saranno rimosse dal documento sullo stato di avanzamento. Alla luce delle recenti rassicurazioni, il Vietnam, cui è stato concesso più tempo per rispettare il suo impegno in materia di rendicontazione Paese per Paese, sarà oggetto di riesame in occasione del prossimo aggiornamento, previsto per febbraio 2025.

Implicazioni per le imprese italiane

Per le imprese residenti in Italia, l’esclusione di Antigua e Barbuda dalla black list comporta alcune importanti conseguenze fiscali. Le spese e le altre componenti negative derivanti da operazioni con imprese o professionisti localizzati nelle giurisdizioni ancora presenti nella lista UE rimangono soggette al regime dei costi black list, come previsto dall’art. 110, commi 9-bis a 9-quinquies del TUIR. Questi costi sono deducibili senza necessità di dimostrare l’effettivo interesse economico se non eccedono il valore normale. Per la parte eccedente, la deducibilità è subordinata alla dimostrazione dell’effettivo interesse economico.

Efficacia dell’esclusione

In mancanza di indicazioni specifiche, possono tornare utili le indicazioni della Circolare Assonime n. 19/2023, in base alla quale occorrerebbe assumere come data “spartiacque” per il monitoraggio delle operazioni quella della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue delle conclusioni del Consiglio dell’Ue.

Procedure e sanzioni

Le spese devono essere indicate separatamente nella dichiarazione dei redditi. La mancata indicazione comporta l’applicazione di sanzioni differenziate a seconda della capacità del contribuente di provare l’effettivo interesse economico. Le sanzioni per le violazioni commesse dal 1° settembre 2024 sono state modificate dal D.lgs. 87/2024. In presenza di prova, si applica una sanzione del 10% dell’importo complessivo delle spese non indicate, con un minimo di 500 euro e un massimo di 30.000 euro. In assenza di prova, i costi eccedenti il valore normale diventano indeducibili, con conseguente recupero della maggior imposta dovuta e dei relativi interessi, oltre alla sanzione per infedele dichiarazione pari al 70% della maggior imposta dovuta.

Prossimi aggiornamenti

Il prossimo aggiornamento della lista dei Paesi non cooperativi ai fini fiscali è previsto per febbraio 2025. Le imprese italiane dovranno continuare a monitorare attentamente le modifiche alla lista per garantire la conformità alle normative fiscali vigenti.

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