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27 Gen 2025
News Terrin

Sostenibilità: stop ai prodotti ottenuti con il lavoro forzato. Le nuove regole UE

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Dal 14 dicembre 2027, un nuovo regolamento dell’Unione Europea renderà possibile rimuovere dal mercato europeo prodotti sospetti di essere stati realizzati con lavoro forzato. Una misura, approvata con il Regolamento 2024/3015, che avrà un impatto significativo sulla filiera produttiva e sulle responsabilità delle imprese.

Le misure previste dal regolamento

Il Regolamento 2024/3015, entrato in vigore il 13 dicembre 2024, vieta la produzione, l’importazione e la vendita nell’UE di beni realizzati con lavoro forzato, indipendentemente dal settore merceologico o dall’origine geografica. A partire dal 2027, le autorità degli Stati membri saranno abilitate a identificare e rimuovere tali prodotti dal mercato europeo. La Commissione Europea istituirà un punto unico per la raccolta di segnalazioni e una banca dati per monitorare settori e regioni a rischio. In caso di sospetti fondati, saranno avviate indagini preliminari nei confronti dell’operatore economico coinvolto che, qualora confermino le violazioni, porteranno al ritiro dei prodotti e al loro smaltimento.

Gli obblighi per le imprese

Le aziende operanti in Italia e nell’UE dovranno adottare attente misure di due diligence per evitare il coinvolgimento in pratiche di lavoro forzato. Tra le attività raccomandate rientrano:

  • audit regolari dei fornitori per monitorare la filiera;
  • raccolta di prove documentali (contratti, certificazioni, report di audit);
  • implementazione di politiche interne per identificare e mitigare i rischi di lavoro forzato.

Le best practice suggerite includono azioni per porre fine al lavoro forzato e per offrire supporto alle vittime, garantendo condizioni lavorative dignitose.

Impatti e opportunità per le imprese

Adeguarsi al Regolamento rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità strategica. Sebbene possa comportare dei costi iniziali – legati a formazione del personale, tecnologie di monitoraggio e audit regolari – questi investimenti possono tradursi in vantaggi competitivi, rafforzando la reputazione delle aziende come leader etici e sostenibili.

In un mercato sempre più attento ai diritti umani e alla sostenibilità, le imprese che dimostrano trasparenza e responsabilità possono guadagnare la fiducia di consumatori, investitori e partner commerciali, evitando al contempo gravi danni reputazionali. Inoltre, anticipare normative future e soddisfare le crescenti aspettative del mercato può consolidare la posizione competitiva delle aziende nel lungo termine.

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