Il Decreto Legislativo Irpef-Ires, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri il 3 dicembre 2024, introduce nuove regole per determinare l’imponibile dei fringe benefit concessi dal datore di lavoro. L’art. 51, co. 3 del TUIR disciplina i benefit concessi ai dipendenti, stabilendo che i beni e i servizi ceduti al dipendente, al coniuge o ai familiari sono fiscalmente rilevanti ed esenti fino a 258,23 euro. Per il 2024, tale limite è stato esteso fino a 1.000 euro, che può arrivare ad un massimo di 2.000 euro per i soli dipendenti con figli a carico (misura prorogata dal ddl di bilancio anche per il 2025, 2026 e 2027).
Cosa cambia dal 2025
La novità riguarda i beni prodotti dall’azienda e ceduti ai dipendenti. Attualmente il valore di tali beni è calcolato in base al prezzo medio praticato dall’azienda stessa nelle vendite al grossista. Dal 2025, le disposizioni del nuovo decreto prevedono invece, che il valore sarà determinato in base al prezzo medio praticato nello stesso stadio di commercializzazione in cui avviene la cessione dei beni o le prestazioni dei servizi a favore dei dipendenti, o in mancanza, in base al costo sostenuto dal datore di lavoro.
Tale modifica è particolarmente significativa, poiché, innanzitutto vengono considerati sia i beni prodotti che i servizi offerti dall’azienda, inoltre la valutazione dell’imponibilità fiscale dovrà necessariamente basarsi sul prezzo medio praticato dal datore di lavoro nello stesso stadio di commercializzazione. Questo elimina il riferimento al prezzo praticato al grossista, che non sempre è applicabile, permettendo di utilizzare il costo sostenuto dal datore di lavoro come parametro standard, particolarmente utile per beni in fase di sviluppo o non ancora commercializzati.