L’assegnazione di auto aziendali ai dipendenti è un tema di crescente rilevanza per molte aziende. L’articolo 7, comma 1, del disegno di legge di Bilancio 2025 introduce alcune modifiche al regime fiscale applicabile agli autoveicoli concessi in uso promiscuo, rimodulando le percentuali di imponibilità delle tariffe ACI, con l’obiettivo di incentivare l’assegnazione di veicoli a trazione esclusivamente elettrica o ibrida plug-in (oggi pari al 10%), penalizzando invece quelli con motore endotermico fino a 160 g/CO2 (nonché quelli a metano o Gpl), che rappresentano l’85% delle vetture noleggiate.
Modifiche fiscali e conseguenze
Le nuove disposizioni comporteranno un aumento del carico fiscale per le future assegnazioni di veicoli che non rientrano nella categoria agevolata, come le autovetture ibride non plug-in. Se non verrà introdotta una clausola di salvaguardia durante l’approvazione della legge, le auto concesse in uso promiscuo prima del 1° gennaio 2025 potrebbero subire un regime fiscale più oneroso.
Secondo quanto stabilito dall’articolo 7, comma 1, il nuovo regime fiscale si applicherà solo ai “veicoli concessi in uso promiscuo con contratti stipulati a decorrere dal 1° gennaio 2025”. Questa formulazione ricorda quella della legge di Bilancio del 2020, che legava il benefit imponibile alle emissioni di CO2, ma in quel caso il legislatore aveva previsto il mantenimento del regime precedente per i contratti già esistenti. La mancanza di una simile previsione nel ddl attuale implica che, per le assegnazioni di veicoli effettuate prima del 1° gennaio 2025, si applicheranno i principi generali previsti dall’articolo 51, comma 3, del TUIR, senza poter usufruire della determinazione “forfettaria” basata sulle tariffe ACI. Di conseguenza, il valore imponibile per l’uso personale del veicolo sarà calcolato in modo diverso, aumentando il carico fiscale per i dipendenti. In particolare, il compenso da tassare sarà rappresentato dal valore del canone di leasing o noleggio, incrementato da eventuali costi aggiuntivi, come il carburante. In estrema sintesi, un veicolo assegnato entro il 31 dicembre 2024 sarà soggetto a un regime impositivo più gravoso rispetto a un veicolo identico immatricolato e assegnato dopo tale data. Inoltre, le autovetture “green” concesse in uso promiscuo prima del 1° gennaio 2025 subiranno imposte significativamente più elevate rispetto a quelle alimentate a benzina o diesel, se immatricolate e assegnate successivamente.
Impatti critici:
Sebbene lo scopo della misura sia quello di incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche e plug-in, si tratta di un incremento di tassazione superiore al 70%, che rischia di rallentare notevolmente l’acquisto e il noleggio di veicoli aziendali nuovi. Per le aziende e i dipendenti che non possono accedere a veicoli ecologici agevolati, l’aumento della tassazione e dei contributi comporterà significativi costi, determinando un vero e proprio effetto regressivo sulla tassazione dei lavoratori dipendenti. Si prevede un aumento annuo del valore del benefit tra 1.100 e 1.800 euro, riducendo il netto in busta paga e influenzando le scelte aziendali verso il mantenimento delle vetture già assegnate.
Aumentare ulteriormente la tassazione sulle auto aziendali potrebbe penalizzare un settore già fiscalizzato, riducendo il potenziale di un segmento di mercato fondamentale per l’industria automobilistica. A causa di queste dinamiche, Aniasa prevede che nel 2025 ci sarà una diminuzione di almeno il 30% nelle immatricolazioni di auto a noleggio a lungo termine e una riduzione del 20% negli acquisti da parte delle aziende, il che potrebbe comportare una perdita di entrate per l’Erario e gli Enti locali di circa 105 milioni di euro nel 2025.